Hai Gabat

      Uno dei più antichi quartieri di Juba, Hai Gabat, prende il nome dalla parola in lingua Bari “gaba”, che significa “cespuglio” o “foresta”. Hai Gabat ospita un importante sito culturale, le Pietre di Pita, un luogo di culto tradizionale per il popolo Bari (e del quale finora non abbiamo scattato foto).

       

      Molte attività di quest’area sono legate al fiume.

       

      Il vivaio gestito dalla Direzione Forestale dello Stato di Jubek fu istituito dai funzionari coloniali britannici prima del 1956 e finora è stato operativo. Piantine, piante e fiori crescono all’ombra di giganteschi alberi di mango, lungo il fiume.

      Le barche sono costruite in un laboratorio sul Nilo, dove sono ormeggiate le chiatte già in uso, in attesa del loro carico. Trasportano bestiame, merci, generi alimentari e persino passeggeri verso le regioni settentrionali del Sud Sudan sul Nilo Bianco: Terekeka, Bor, Malakal, Fangak.

       

      Gli agricoltori locali attraversano il fiume ogni giorno dall’isola di Gondokoro, trasportando prodotti agricoli freschi ai mercati della capitale. Vendono khudra, korofo, gbwede gbwede, okra, mais, melanzane, cetrioli. L’isola è il principale fornitore per la città di queste verdure locali, ingredienti insostituibili per i piatti tradizionali da cucinare e servire nei ristoranti di tutta la città, tutti i giorni.

       

      Nel 2015 un aereo si schiantò sull’isola, poco dopo essere decollato dal vicino aeroporto di Juba, uccidendo dozzine di persone; i suoi resti sono ancora lì, in parte nascosti dalla vegetazione.

       

      La riva del fiume di Hai Gabat dispone anche di una delle stazioni di rifornimento per i camion della consegna dell’acqua. I trasportatori si mettono in fila e azionano le pompe meccaniche per riempire i serbatoi, per poi girare la città e fornire acqua ai residenti di Juba. La maggior parte delle famiglie si affida a loro per il fabbisogno giornaliero di acqua, a causa della limitata capacità della centrale idrica della città.

       

      Continuando verso nord, lungo il fiume, si entra in una zona situata sotto l’ombra scura degli alberi di mango. Si chiama Walawalang, “dove l’acqua si muove più velocemente” in lingua Bari. È come un piccolo villaggio Bari all’interno di Juba, dove ogni domenica le famiglie si riuniscono intorno a un boccale di birra locale prodotta lì. Questo è anche dove i pescatori vanno a lavorare sul fiume, con le loro reti da pesca, in piedi sulle loro piccole barche di legno.

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