Jebel Kujur

      Da qualunque punto si guardi Juba, Jebel Kujur domina il paesaggio con la sua forma allungata e particolare. La montagna, punto di riferimento, alta 684 metri, si presenta come un pezzo di roccia polveroso e marrone nella stagione secca e si trasforma in una collina verde e lussureggiante con l’arrivo delle piogge. Originariamente si trovava lontano dalla città. Ma, dal 2005, a causa della recente fase di sviluppo urbano, Jebel Kujur è stato progressivamente circondato, inghiottito da Juba.

       

      Grandi palazzi, magazzini e frantoi per pietre (sia manuali sia industriali) presero posizione ai piedi della montagna, che fornisce pietra e ghiaia, materiali fondamentali per l’espansione della città. Un’espansione che cominciò alla fine della guerra con il Sudan nel 2005 e continuò dopo l’indipendenza del Sud Sudan nel 2011. A poco a poco, il Jebel si trasformò in strade ed edifici in cemento, in una città che mancava di abitazioni e infrastrutture di base per ospitare decine di migliaia di nuovi residenti.

       

      Il Jebel Kujur diventò anche una meta da week-end per gli appassionati di arrampicata. Vie e ganci per l’arrampicata furono installati sul lato roccioso e un gruppo organizzato di arrampicatori veniva sul Jebel ogni domenica, finché le misure di restrizione per la sicurezza non li scoraggiarono alla fine del 2017.

       

      Durante la guerra tra 1983 e 2005 il Jebel Kujur fu una parte di Juba molto disputata. Era usata dall’Esercito di Liberazione del Popolo del Sudan (SPLA, Sudan People’s Liberation Army) come punto di spionaggio sulla città, finché le Forze armate del Sudan scoprirono la presenza di ribelli in cima alla montagna e li cacciarono via. Persero la vita.

       

      Jebel Kujur è la casa di alcune famiglie che coltivano la terra sulla montagna e lavorano anche come spaccapietra, manualmente. Mettono in vendita piccoli cumuli di pietre sul ciglio della strada.

       

      Il nome originario di Jebel Kujur era Korok. Con l’arrivo nell’area degli arabi del Sudan settentrionale, il suo nome comune fu mutato in Kujur (“stregoneria” in arabo), in riferimento ai rituali che si pensava fossero celebrati sulla montagna. Il Jebel è protagonista di storie e leggende conosciute dagli anziani. Ogni giorno al tramonto, quando il sole scende dietro di esso, i colori del Jebel Kujur schiudono una sorta di magico scenario.

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