Juba Town (Hai Jallaba)
Questa zona di Juba rappresentò l’inizio della città moderna negli anni Venti. Fu costruita da mercanti stranieri, in collaborazione con le autorità coloniali anglo-egiziane. Si stabilirono in quello che divenne noto come Hai Jallaba, “il distretto arabo” nella lingua locale (la parola “Jallaba”, “arabo” in arabo Juba, potrebbe essere stata inventata in riferimento alla Jallabyia bianca, l’abito tradizionale degli uomini del Sudan settentrionale). Oltre a provenire dal Sudan settentrionale, questi commercianti stranieri erano anche libanesi, siriani, greci e ciprioti.
La Moschea Al Atiq fu costruita nel 1939 per i commercianti musulmani che non avevano un luogo nel quale pregare durante il loro soggiorno a Juba.
I funzionari britannici si riferivano a Hai Jallaba come ai Quartieri Greci, in relazione ai numerosi edifici con caratteristiche architettoniche greche, come le colonne, e alla vita sociale dominata dalla popolazione greca. La comunità dei mercanti greci era molto attiva nel Sudan coloniale. La loro presenza fu stimata, nel 1929, in 4000 persone in tutto il Paese. Probabilmente furono loro a suggerire alle autorità coloniali di ricollocare il quartier generale meridionale del Condominium anglo-egiziano a Juba – cosa che fecero intorno al 1921. Negli anni successivi, i cittadini greci fornirono alla città nascente moderni manufatti e costruirono club, bar, ristoranti, un casinò e una cattedrale greca.
Attualmente Hai Jallaba resta una parte della città dedicata all’attività commerciale. Alcuni vecchi edifici sono stati ristrutturati, altri resistono, ma in cattive condizioni.
Nota: le due foto di edifici in stile greco mostrano la casa della famiglia Ghines e il vecchio Casinò, che ora è una banca commerciale con la sua struttura originale nascosta dietro un rivestimento recentemente aggiunto. Per gentile concessione di George Ghines.
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